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4 Marzo 2022Ucraini Irpini, Confcooperative Campania, Arci Avellino e Acli Avellino hanno presentato un progetto alla Prefettura per gestire al meglio l’imminente arrivo di richiedenti asilo dall’Ucraina. “Serve costruire servizi sul territorio”, precisa dichiara Oksana Bybliv, presidentessa di Ucraini Irpini. “Gli ucraini possono venire in Italia senza richiedere immediatamente asilo politico considerata la possibilità in caso di possesso di visto sul passaporto di soggiornare legalmente fino a 90 giorni, effettuando dichiarazione di presenza entro 8 giorni dall’arrivo in questura. Dopodiché potrebbe essere attivata la direttiva 55/2001 che prevede il rilascio di un permesso di soggiorno temporaneo della durata annuale”.
“Non servono posti letto, ma un’accoglienza diffusa sul territorio”, aggiunge Francesco Melillo, Referente Comitato Territoriale Avellino Confcooperative Campania. “Non dobbiamo ripetere gli errori commessi pochi mesi fa quando è iniziata la crisi afghana. Il modello è quello dei SAI e va superata la gestione emergenziale: il tema dei richiedenti asilo è ormai un tema strutturale e le guerre in questi anni non si sono mai fermate. Bisogna ampliare i SAI e investire fondi straordinari per gestire processi di integrazione nel territorio che siano fonte di sviluppo e che tutelino i diritti umani”.
Per Stefano Iandiorio, presidente di Arci Avellino, “vanno da subito attivati servizi territoriali e non solo dormitori per aiutare tutte le persone che stanno arrivando in queste ore. Ci sono molte associazioni già attive su questo fronte nel territorio e che sono pronte a mettersi a disposizione, oltre a una comunità ucraina numerosa e inserita che si è da subito attivata con le realtà locali per costruire meccanismi di solidarietà e assistenza”.
“Abbiamo pochissimo tempo – conclude Alfredo Cucciniello, presidente delle ACLI di Avellino – per fortuna in queste ore c’è stata tantissima solidarietà da parte dei cittadini avellinesi, ma rischia di non bastare. Serve organizzazione e un sistema strutturato che permetta di superare le singole emergenze. Perseverare sugli stessi errori in materia di accoglienza e integrazione non ci farà andare avanti”.